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Ferrovie italiane nel Corno d'Africa
di Aldo Riccardi, prefazione di Alberto Alpozzi
Nel corso dell’espansione italiana nel Corno d’Africa si rese necessaria la costruzione di molte infrastrutture logistiche e di trasporto, tra cui alcune linee ferroviarie. Fatta eccezione per l’Etiopia, dove l’occupazione dal 1936 al 1941 fu caratterizzata eminentemente dall’immissione in servizio di nuovi rotabili su una linea già esistente -anche se di grande interesse come le automotrici FIAT e alcune locomotive sistema Garratt fornite dall’Ansaldo- per la Somalia e in particolare per l’Eritrea si rese necessario un grande impegno rivolto alla realizzazione di nuove infrastrutture.
Se in Somalia si provvide quasi unicamente in loco alla costruzione dell’unica linea principale -tra Mogadiscio e il Villaggio Duca degli Abruzzi- come per quasi tutti gli originali rotabili che la percorsero, non si può dire lo stesso per l’Eritrea dove venne realizzata la superba linea Massaua–Asmara–Tessenei, purtroppo interrotta nella posa dell’armamento alla stazione di Biscia. Questa ferrovia presentava ardite soluzioni ingegneristiche tanto da essere definita “il Gottardo dell’Africa”, per la quale vennero appositamente progettati dalle Ferrovie dello Stato diversi gruppi di locomotive a vapore, insieme ad alcune automotrici fornite dalla FIAT, in parte ancora presenti nel piccolo parco odierno.
In queste pagine, ricche di molte immagini inedite, ripercorreremo le tappe che caratterizzarono la storia di queste ferrovie e dei loro rotabili; in particolare per l’Eritrea vedremo che cosa sopravvive ai nostri giorni e soprattutto quanto è avvenuto negli ultimi anni.