Le ferrovie che si estendono in gran parte lungo la valle del Fiume Ofanto, fra Campania, Basilicata e Puglia (comunemente identificate come “ferrovie ofantine”), furono costruite nell’ultimo decennio dell’Ottocento per fornire moderni strumenti di comunicazione a un’area dell’entroterra meridionale grande quanto la Lombardia che ne era totalmente priva.
Nelle “ferrovie ofantine” rientrano tutte le linee che fanno capo alla stazione intermedia di Rocchetta Sant’Antonio (verso Avellino, Gioia del Colle, Foggia e Potenza), oltre alla linea Barletta-Spinazzola. Queste ferrovie nacquero dalla ferma volontà di politici locali della levatura di Giustino Fortunato, Francesco De Sanctis e Floriano Del Zio, tutti padri meridionalisti di indiscutibile spessore, che negli anni in cui frequentarono le aule parlamentari si batterono per ottenere i degni collegamenti delle zone da essi rappresentate con il resto dell’Italia.
Il libro narra la storia di queste ferrovie, dalla scelta dei tracciati agli eventi che caratterizzarono i tempi in cui queste strade ferrate furono realizzate, alle vicende successive marcate dagli eventi bellici del Novecento e dal progressivo abbandono di alcune di queste linee nei tempi del secondo dopoguerra e nei tempi più vicini all’epoca recente.
Delle linee dismesse è programmato il riutilizzo come ferrovie turistiche, mentre le altre continuano a svolgere il loro servizio come ferrovie complementari. Un focus apposito viene inoltre dedicato alle altre due piccole linee esistenti nella zona (la Ofantino-Margherita di Savoia e la piccola linea per Spinazzola Città) e, in generale, alle particolarità tecniche riguardanti i sistemi di circolazione, il segnalamento e i raccordi esistenti su queste ferrovie.